Inutile dire che non sappia perchè il Postulante abbia scelto proprio me per questi “lavoretti”. Esistenza tranquilla. Famiglia normale. Lavoro normale. Aggressività nella media borghese (vale a dire tanta ma adeguatamente imbrigliata).
Inutile dire che non ho mai ricevuto risposta alle richieste di spiegazioni.
So che mi sveglio già in caduta libera. Con un’immagine impressa in memoria. Nuova ma ben impressa. E la missione di arrestare un’esistenza. Di porre fine a progetti, destini, conseguenze. Nella parentesi indefinibile di tempo che ho trascorso al Suo servizio, credo di aver modificato un bel po’ di Storia, tra le vite che ho troncato e tutte quelle che le avrebbero incrociate.
Non deve essere la prima volta che mi friggo il cervello col Maghnoflex. Non che ne serbi ricordi chiari (del resto come potrei?), ma ho già avuto in bocca questo sapore (un déjà vous?). Curioso, vero? Non ho alcun controllo sull’istinto di uccidere la mia vittima di turno, mentre riesco ancora a gestire il mio ennesimo suicidio…
Ricordo di essere morto…pardon “uscito”(!) in molti modi diversi. Ricordo bene una volta che mi è toccato uscire “attraverso” (curiosa espressione!) le pale dell’elica di un mercantile in pieno oceano. La schiuma. Il rumore assordante. Gli schiaffoni incredibili delle pale ad ogni giro. La “vita” (ma io vivo?) che sfuggiva via, tiepido purpureo intorbidirsi dell’acqua gelida. Cazzo che uscita!
Questa volta è stato rapido. Credo di aver fatto un buon lavoro. Potrebbe fruttarmi qualche centinaio di anni stavolta… Certo che se aspettassi la procedura di uscita…
Soundtrack: Ride di David Sylvian.
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