Abito non lontano da quella che nel 1943-44 è stata la linea Gustav, barriera disperata eretta da un popolo che vedeva morire i propri sogni di vittoria, i propri alleati gettare le armi, le menzogne cadere come case sotto le bombe.
Domenica scorsa, in casa di un amico collezionista, un elmetto tedesco appartenuto ad un ragazzo di diciannove anni raccontava innumerevoli possibili storie. Il cuoio ancora lucido dell'imbottitura, narrava loquace. Il biondo cereo dei capelli intriso di paura e sudore. Suggestioni lontane. Lo scoppio impietoso della morte che arriva sibilando. Promesse disattese di una giovane vita incenerita, ancora verde di solco e terra smossa.
Accanto casa mia, il racconto di un anziano ha svelato il nido di una mitragliatrice tedesca. I due ragazzi, accanto alla loro Zundapp, grosso insetto nero lucido. La strada traboccante di automobili in coda. Non visti, non vedono. E attendono. Un nemico che non arriverà mai. O che, meglio, arriverà solo dopo che un singolo, solitario, netto colpo di mortaio avrà portato via quei due ragazzi da quell'angolo di campagna romana. Ha un sapore terribile la gioia degli altri.
Li incontro ogni volta che passo di lì. Continuano a scrutare col binocolo giù in fondo al rettilineo. Pioggia, freddo o sole non li spaventano. Hanno mancato il loro appuntamento con la vita e attendono dal lato sbagliato degli eventi.
Un solo cenno del capo. Non è sicuro stare qui. "Addio ragazzi! " urlo...e mi allontano.
E ancora oggi, quel singolo, nudo, gelido colpo di mortaio, come ogni giorno, arriva precipitando come un sasso. E si pianta muto tra quello che è stato e quello che mai sarà, chè la vita si spegne in silenzio, e ad occhi chiusi.
Auto in coda e cartelloni pubblicitari tutt'intorno, mentre ogni giorno, nel fosso, il passato lentamente sbiadisce.
Ciao ragazzi.
Domenica scorsa, in casa di un amico collezionista, un elmetto tedesco appartenuto ad un ragazzo di diciannove anni raccontava innumerevoli possibili storie. Il cuoio ancora lucido dell'imbottitura, narrava loquace. Il biondo cereo dei capelli intriso di paura e sudore. Suggestioni lontane. Lo scoppio impietoso della morte che arriva sibilando. Promesse disattese di una giovane vita incenerita, ancora verde di solco e terra smossa.
Accanto casa mia, il racconto di un anziano ha svelato il nido di una mitragliatrice tedesca. I due ragazzi, accanto alla loro Zundapp, grosso insetto nero lucido. La strada traboccante di automobili in coda. Non visti, non vedono. E attendono. Un nemico che non arriverà mai. O che, meglio, arriverà solo dopo che un singolo, solitario, netto colpo di mortaio avrà portato via quei due ragazzi da quell'angolo di campagna romana. Ha un sapore terribile la gioia degli altri.
Li incontro ogni volta che passo di lì. Continuano a scrutare col binocolo giù in fondo al rettilineo. Pioggia, freddo o sole non li spaventano. Hanno mancato il loro appuntamento con la vita e attendono dal lato sbagliato degli eventi.
Un solo cenno del capo. Non è sicuro stare qui. "Addio ragazzi! " urlo...e mi allontano.
E ancora oggi, quel singolo, nudo, gelido colpo di mortaio, come ogni giorno, arriva precipitando come un sasso. E si pianta muto tra quello che è stato e quello che mai sarà, chè la vita si spegne in silenzio, e ad occhi chiusi.
Auto in coda e cartelloni pubblicitari tutt'intorno, mentre ogni giorno, nel fosso, il passato lentamente sbiadisce.
Ciao ragazzi.
Immagine tratta da http://www.lagoticaritrovata.it/