sabato 21 aprile 2007

Meteorismi

L'Italia progetta la costruzione di un rigassificatore a 15 km a ovest di Trieste, vicino alle acque territoriali della Slovenia. Tale struttura verrebbe affiancata da un oleodotto, un metanodotto ed un terminal per navi cisterna, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia.
A questo punto le autorità slovene, nel più glorioso dei "non nel mio giardino" si inc...no, rimandano al baffuto mittente il dossier informativo (a loro dire estremamente lacunoso) e minacciano di non far passare sul loro territorio l'oleodotto-gasdotto previsto...

L'Italia brandisce un progetto di "variante" del tracciato della condotta, che non passerebbe per la Slovenia, ma d'altra parte il ministro prova ad ammansire gli animi (cito testualmente: "Ritengo che i nostri due paesi siano avanzati e moderni in grado di fare, come si fa in tante parti del mondo, rigassificatori e di far funzionare centrali nucleari senza creare motivi di paura. Siamo fra i paesi in grado di dominare queste tecnologie"). Una plateale ammissione della intrinseca pericolosità dei rigassificatori.

Il nostro baffuto ministro degli esteri allude infatti al raddoppio della centrale nucleare slovena di Krško, vicina all'Italia e oggetto di contestazioni ecologiste nonché di interrogazioni parlamentari, in cambio di un lasciapassare del governo sloveno sul rigassificatore triestino. La centrale nucleare di Krsko è stata inserita nella lista delle centrali ad alto rischio nel recente rapporto dei Friends of the Earth Europe sulle centrali dei paesi dell'est europa in lista di attesa per entrare nell'Unione Europea. (fonte www.adt-fvg.org)
Siamo avanzati e moderni al punto da smanettare con fonti energetiche non rinnovabili, inquinanti e pericolose...

Postilla del buon dietrologo.
La rivista Carta (n°12 del 2006), nel frattempo, afferma d’essere in possesso di una delle duecento copie del Master plan edito da ENI.
A pagina 19 di detto Master plan, nel capitolo dedicato al “ciclo del gas”, ENI scriverebbe che fino al 2010 si può prefigurare una “bolla gas” che coinvolgerebbe molti Paesi del mondo e, soprattutto, l’Italia. La stessa ENI, infatti, ha firmato dei contratti caratterizzati dal sistema “Take or pay” che la obbligano all’acquisto del gas estratto anche se c’è sovrabbondanza di offerte rispetto alla domanda. Poiché nel novero delle valutazioni strategiche entrerà a far parte tra breve anche il gasdotto dalla Libia, ENI afferma che con due soli rigassificatori avremmo nel 2007 un eccesso di gas di circa 7 mld. di metri cubi che salirebbero a 25mld. nel 2009.

Curiosamente ENI sta proprio di questi tempi attrezzandosi per produrre, vendere ed esportare energia elettrica.

PS. Ma, secondo voi, perchè quel signore coi baffi, nel parlare, si atteggia sempre come se fosse affaccendato in tutt'altro (aggiusta il microfono, sistema la cravatta, rassetta le carte). Non mi sembra che il suo linguaggio del corpo trasmetta messaggi rassicuranti...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ho sentito circa un annetto fa un'intervista ad un responsabile dell'ENI, probabilmente il presidente ma non ricordo con certezza. Diceva che la produzione di gas tramite gassificatori serviva ad ovviare ad eventuali carenze dell'estero dovute a rotture, guerre o cupidigia. Insomma per essere più liberi di trattare sui prezzi. Probabilmente serve proprio per produrre energia da vendere. Però non capisco proprio: anche quest'anno hanno annunciato lo spauracchio dei black out estivi a causa dei surriscaldamenti delle centrali... fatico a comprendere come mai se controlliamo così bene le tecnologie non si riescano a raffreddare le centrali elettriche esistenti. Mah

L ha detto...

Il baffetto non mira a rassicurarci, ma a guadagnarci.
Ciao, Laura
http://filosoffessa.wordpress.com