Affollata tribuna di fichi d'india.
Silenziosi e immobili,
aspettano la notte.
E silenzioso guardiano,
carceriere impietoso
d'una stella
che appare e sparisce
e guarda e scompare
e ancora riappare.
Il faro.
Piange,
povera stella rinchiusa,
il suo lamento
luminoso e singhiozzante
alle stelle basse sul mare,
vite di pescatori.
E quelle, tra le onde,
le fanno il verso,
saltando la linea dell'orizzonte
a cavallo del mare increspato.
E appare e sparisce
e guarda e scompare
e ancora riappare.
Il pianto della stella,
prigioniera del faro.
1 commento:
Ma com'è che frequentiamo gli stessi posti?
;)
Ciao, Laura
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