mercoledì 5 settembre 2007
L’orologio del Duomo di Messina
Dono del popolo tedesco alla città di Messina, quale risarcimento post-bellico, è l’orologio meccanico più grande al mondo.
Nei suoi riquadri è riassunta parte della storia della città. Il mito di Dina e Clarenza, popolane che si batterono per l’indipendenza della città durante i Vespri Siciliani. La fondazione del tempio di Montalto. Ma anche le stagioni della vita, pagine del Vangelo, figure animali ed altro. Il tutto brilla d’oro nel sole pieno di vita del cuore del Mediterraneo.
E a mezzogiorno, al ruggire del leone, l’Ave Maria di Schubert risuona per la città dalla vetta del campanile.
Una città bella come poche, Messina. Riassume la bellezza e le sfortune della Sicilia. In seno al paradiso terrestre dello Stretto, centro vitale del Mediterraneo da migliaia di anni. Incastonata tra i Peloritani, il Tirreno e lo Jonio, l’Arcipelago delle Eolie e l’Etna. Devastata da un terremoto e due tsunami (tra un anno il centenario)…e da una umanità che fa della cultura mafiosa il proprio paradigma di vita (prossimamente dedicherò un ciclo di post a ciò che è per me il vero significato del termine mafia…).
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