martedì 25 marzo 2008

Un giorno fortunato

Una volta la settimana, il mio giorno fortunato, vado a Roma in treno. Ci vado per un regolare impegno di lavoro, che ha la magica prerogativa di non avere orari e scadenze.

Scelgo con cura l'orario, evitando (è il mio giorno fortunato: posso permettermelo...) i treni dei pendolari arrabbiati e delle greggi di studenti delle superiori.
Attendo il regionale delle otto e trentasei, quello degli universitari con l'Ipod e dei pensionati con la busta di plastica gualcita. Mi godo l'insolita sensazione di non avere fretta, passeggiando sulla banchina della stazione. Mi piace pensare che, scivolando su quegli stessi binari oltre la Tiburtina o Termini, potrei volare lento fin sulla transiberiana o in Africa.

E' un flebile soffio di selvaggia libertà che corre sui binari, a darmi i brividi, non il freddo di marzo.

Molti miei compagni di viaggio attendono assorti nella lettura, su sedili di fortuna. A farci compagnia stamane, nell'ordine, William Golding e le sue mosche, Lev Tolstoj e Dan Brown (sic!), Luciana Litizzetto e Nicola Saviano...

Monto in groppa al lombricone bianco e verde, che arriva ansando come provenisse da chissà quanto lontano, spiego il quotidiano, ancora ben piegato e fragrante di inchiostri aromatici e carta, e mi metto in ascolto del popoloso microcosmo di vite, suoni, profumi, che popolano il mio vagone.

Il treno ha sempre un corredo inesauribile di bellezze e di misteri, flessuose studentesse e distinte signore, belle nonne ancora profumate di aromi e di cucina. Spesso cado in involontari giochi di sguardi con qualche vicina particolarmente carina. Sguardi che si rincorrono e si sfuggono, spinti dalla curiosità e dalla noia dei luoghi già noti fuori del finestrino, subito spenti dalla paura di essere fraintesi. Sguardi che mi restituiscono consapevolezza di quanto io piaccia al gentil sesso, nonostante la felicissima scelta di essere un papà ed un marito felice e fedele.
Ed allora torno a guardar fuori, la città che scorre, ora veloce ora lentissima, come la mattinata, ancora fresca di sole nuovo e notte quieta.
E aspetto che il treno si fermi... e spalanchi le porte sul mio giorno fortunato.

(Soundtrack: Naked Moon, Pat Metheny)

1 commento:

Sciura Pina ha detto...

C'è un premio per te