martedì 5 febbraio 2008

Notturno jazz


Roma è una città assolutamente jazz.

E' poetica improvvisazione, arrangiata fantasia urbana.

Ricordo il treno che, da bambino, mi portava in questa città spaventosamente grande. Alle prime ore del mattino, attraversato mezzo Stivale, uno strano languore prendeva a spandersi in me. La vista degli acquedotti, jeratici e vetusti, era il primo segnale della città, appena fuori dai lunghi filari di vigna che correvano veloci ed ordinati fuori dal finestrino.
E poi tutti quei volti, quegli idiomi così diversi, che in provincia non era ancora così frequente vedere...
E il mirabolante traffico di una metropoli, che ha sempre trattato con irriverente confidenza anche il sonno millenario del Colosseo.
Amo questa città ancora oggi, col suo disordine, il suo essere noncurante, disinvolta e un po' balorda.

E la trovo così bella, la notte, vestita di penombre. Quel silenzio di semafori lampeggianti e bus urbani, lanciati a velocità folli.
Una città magica, in cui la notte statue e gabbiani possono chiacchierare indisturbati, improvvisando un jazz di piume, neon e travertino...

2 commenti:

Gala ha detto...

Roma ha pure un'anima blues, secondo me! le notti di Roma sono irripetibili...Che ne dici???
Un bacio

... ha detto...

Assolutamente vero!

Le notti, i tramonti e i cieli azzurri, i gatti....

Un bacione