martedì 20 febbraio 2007

Requiem II

La voce di David Sylvian in testa. Stringo la curva fino a ritrovarmi capovolto, con gli occhi al cielo. Veduta nera.
Rischio di schiantarmi contro la parete di vetro, ma la schivo con un colpo di reni. Scaravento per aria (in realtà gli atterro addosso…) il gorilla che hai messo davanti la porta di casa. Non mi ha neanche sentito arrivare, troppo impegnato a sfoggiare spalle da primate, anabolizzanti e palestra, ad una rossa, flessuosa leopardessa, che adesso urla terrorizzata sul marciapiedi.
Piedi a terra, finalmente.

Facile. Il Maghnofle ti urla in faccia un unico ruggito, assai convincente…
Troppo facile lasciarti per terra con quella smorfia sul volto. Uno sbuffo di sangue (Un sole? Una stella?) sul tessuto pregiato del tuo studio.
Ci vomito sopra (non mi ci abituerò mai…). Sfumature di rosso. Vino e sangue hanno radici comuni.
Ed aspetto che incominci. Come la chiamano? “Procedura di uscita”… credo.

Dolore al petto. Cazzo...è sempre atroce. Devo chiedere al Postulante per quale cazzo di motivo non si è inventato una via di uscita migliore. Cazzo se fa male… Alzo il volume e David mi sussurra caldo “In the coldest hour something's going down, Whatever pierced the heart it didn't make a sound, I am terrified but I'm not losing sleep, If I'm falling then I'm falling at her feet".
Il Postulante si incazzi ancora una volta. Poggio il tromboncino del Maghnofle sull’allacciatura del casco.
Esco di qua a modo mio.

Subito.

1 commento:

Gala ha detto...

Finalmente anche tu sei a Terra. Dove stai andando ora??
Aspetto di saperlo nel tuo prossimo post.

Buona giornata